Si può raccontare la Storia, quella con la esse maiuscola? Questo romanzo di Giampaolo Zoffoli ci dà la risposta, ed è affermativa. Per farlo è sufficiente andare a rovistare nella memoria di ciascuno di noi: un baule, forse lasciato in Etiopia dal nonno durante la guerra e ritrovato decenni dopo, che Paolo, suo nipote e voce narrante del libro, va a recuperare. Oggi la memoria svanisce in fretta, quel che conta è il qui e ora, l’istante di Instagram e affini. C’è però ancora qualcuno convinto siano altri, gli album da sfogliare, in cui le storie non sono stories destinate a svanire dopo poche ore. Sono le storie di chi c’è stato prima di noi e che le ha conservate affinché noi, affinché Giampaolo Zoffoli potesse raccontarle. E farlo, come fa lui, con quella attenzione, con quella cura, con quella precisione cui attinge dalla sua professione di cardiochirurgo. L’autore, in queste pagine, ridà vita a un frammento della Storia, e ce la offre. Ed è ciò che devono fare gli scrittori”.

Roberto Ferrucci

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